La prima volta che Max Calderan ha messo piede in un deserto aveva sette anni e ci era arrivato con la fantasia, sfogliando un’enciclopedia regalatagli dal padre. Girando le pagine camminava lungo l’Empty Quarter, il secondo deserto di sabbia più grande al mondo. Passando dall’Oman ad Abu Dhabi fino alla terra dei sogni, scrisse su un foglio una data: 2010. Sarebbe diventato il primo uomo al mondo capace di percorrerlo interamente a piedi. Da grande, il sogno l’ha realizzato: è diventato un esploratore estremo e l’Empty Quarter l’ha attraversato a piedi e in solitaria. «È qui il segreto della Vita – racconta – Da qui l’uomo ha cominciato a muoversi nel mondo. E questo è, non a caso, l’unico luogo della Terra totalmente privo di contaminazione umana».
Correndo tra le sabbia, dormendo a cicli di dieci minuti ogni tre ore, ha sentito voci dal passato. “A volte ho udito rumori di pastorizia – ha raccontato in un’intervista – altre di ferraglia, simbolo, forse di guerre combattute su quel terreno”.

La sua battaglia l’ha vinta più volte. Ha realizzato undici record e in Oman detiene due primati: è stato il primo uomo a percorrere i 437 chilometri sulla linea ideale del Tropico del Cancro, dal confine con gli Emirati Arabi fino al golfo omanita; e ha camminato per 200 chilometri, in 48 ore e in piena estate, lasciando indietro persino i beduini. «Volevo fare qualcosa che nessun uomo aveva mai fatto, passare dove nessuno era mai passato, compiere delle imprese che nessuno per molto tempo, o forse mai, avrebbe potuto ripetere. Volevo spostare il limite assoluto per dire alle persone: anche tu puoi, perché nessuno può fermare i tuoi sogni”.

Prima di affrontare i deserti Max Calderan ha lavorato per dieci anni in una multinazionale farmaceutica. Si sentiva ingabbiato, ha deciso di fare un salto nel buio.
Ed è atterrato nel deserto.
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