Nelle Fiandre a volte il paesaggio sembra più vivido che altrove: i fertili polder dominati dall’acqua e dalle coltivazioni giocano con infiniti toni di grigio, di azzurro, di verde, il tutto movimentato dalle maree; le dune sabbiose sulla costa si spalancano su un mare freddo e affascinante, dal blu profondo al colore dell’acciaio; i pascoli e le colline del Brabante, le foreste della Campine rilassano lo spirito in un’arcadia tanto pittoresca quanto concreta, fatta di terra e di lavoro. Forse è per questo che il rapporto delle Fiandre con le arti figurative, antiche e moderne, testimonia un legame profondo, che lega questa terra – una delle tre province che costituiscono il Belgio – alla tela e al pennello, al foglio di carta e alla matita. Dai capolavori di Rubens, Bruegel e Van Eyck alle avventure dei Puffi, di Lucky Luke e di Tintin, l’abitudine a trasferire su un supporto (non importa se una pala d’altare, un grande dipinto a olio o una raccolta di albi a fumetti) la propria visione del mondo per mostrarla ad altre persone è connaturata alle Fiandre. Un itinerario culturale in questa terra ricca di storia non può esimersi dal toccare le espressioni artistiche del passato più remoto così come del presente, attraverso percorsi che sfiorano Bruxelles le più importanti città d’arte fiamminghe – Anversa, Gent, Bruges, Lovanio, Mechelen – per svelare perché i grandi capolavori di cui si parla sono stati concepiti e voluti proprio qui.
I maestri dell’arte fiamminga: il mondo quotidiano e la fantasia sfrenata
Fu Jan van Eyck, agli inizi del Quattrocento, a dar vita a una pittura nuova, infinitamente più dettagliata e attenta al particolare di quella che andava per la maggiore allora. Tecnica e talento lo resero capace di creare una realtà perfettamente plausibile con la grande perizia della sua arte, cui i colori ad olio, fino ad allora quasi trascurati dai grandi pittori, fornivano il mezzo espressivo perfetto. Nelle Fiandre si trovano le espressioni più alte del genio di Van Eyck, il grande pioniere della pittura a olio: su tutte, il monumentale Polittico dell’Agnello Mistico nella cattedrale di San Bavone a Gent, 12 grandi pannelli dove non si può apprezzare l’uso rivoluzionario del colore e il vivo naturalismo. Un’opera che, proprio per il suo inestimabile valore, figura anche nell’elenco delle più rubate di tutti i tempi. Non perdetevi nemmeno la sontuosa Vergine del canonico van der Paele al Museo Groeninge, lo stesso edificio che custodisce anche il Ritratto di Margaretha van Eyck, sorprendente la voluta sproporzione tra la testa e il torso.

Dal canto suo, il misterioso Pieter Bruegel il Vecchio è passato alla storia per la precisione cronachistica dei suoi dipinti, che raffigurano l’umanità del tempo, senza filtri consolatori, nelle sue pratiche quotidiane, con concessioni al grottesco e alla caricatura, debitrici alle surreali allegorie di un Bosch ma reinterpretate in maniera assolutamente personale. Le Fiandre ospitano almeno due capolavori imperdibili a Bruxelles, nei Musei Reali delle Belle Arti del Belgio: la Caduta degli angeli ribelli, che si rifà al magistero boschiano nel rappresentare la terribile lotta tra Dio e il Diavolo, e dove protagonisti sono mostri che paiono usciti da un incubo, e il ben più bucolico panorama del Paesaggio invernale con trappola per uccelli; le visioni allucinate ritornano invece in Margherita la pazza, nel museo Mayer van den Bergh di Anversa.

Ma il nome più noto di tutti è quello di colui che diede il via al grande Barocco europeo, Peter Paul Rubens, la cui opera è invariabilmente legato alla città di Anversa. Riconosciuto da tutti in Europa come il più grande pittore del suo tempo, Rubens portò a un livello in precedenza sconosciuto l’arte del ritratto, ma anche i grandi dipinti religiosi, arrivando a ricoprire uno status che i suoi predecessori, figure in gran parte avvolte nel mistero e nell’anonimato, non avrebbero mai immaginato. Le opere di Rubens nelle Fiandre sono molte, a partire da quelle custodite nella Rubenshuis, la Casa di Rubens che è anche un classico dell’architettura barocca, come il suo autoritratto, passando per la Deposizione della croce nella Cattedrale di Nostra Signora ad Anversa e la Venus Frigida, quasi rinascimentale, nel Museo Reale di Belle Arti, sempre ad Anversa. Da non perdere neanche la ricca collezione del Museo Plantin-Moretus e la chiesa di San Giacomo, dove Rubens è sepolto e dove si può ammirare la sua Madonna con i Santi.

Fumetto e arti grafiche
Qualche secolo dopo, in un contesto apparentemente diversissimo, il Belgio e in particolare le Fiandre diventano la patria del fumetto, con personaggi destinati a uno strepitoso successo in tutto il mondo. 700 fumettisti che hanno resto “la nona arte” non più un semplice intrattenimento da giornale ma una forma espressiva adatta al suo tempo e incredibilmente versatile, in particolare in quello che è il punto nodale, a Bruxelles. Impossibile non conoscere i Puffi, nati dalla fantasia di Pierre Culliford, in arte Peyo: gli “Smurfs”, nelle loro case-fungo in mezzo al bosco, sono amatissimi dai bambini di ogni età ormai da sessant’anni. Mauride De Bevere (Morris) è invece l’autore di Lucky Luke, che venne scritto per un periodo anche da René Goscinny, l’autore francese di Asterix. Ambientato in un vecchio West scanzonato e ironico, il fumetto del cowboy che spara più veloce della sua ombra è stato tradotto in 23 lingue.

E poi c’è Tintin, che di copie nel mondo ne ha vendute oltre 350 milioni: sono tantissime le avventure del giovane reporter giramondo Tintin e del suo cane Snowy, con tanti personaggi diventati celebri come il Capitano Haddock, il Professor Calculus e i detective Thomson e Thompson. Da non dimenticare poi Blake e Mortimer, Le città oscure di François Schuiten e Benoît Peeters, Largo Winch di Philippe Francq e Jean Van Hamme, Suske en Wiske di Willy Vandersteen, Thorgal di Jean Van Hamme e Grzegorz Rosinski… il Centro belga del fumetto a Bruxelles permette di ammirare diverse mostre permanenti, con tanti originali e oggetti unici, e temporanee sempre diverse.
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