Berlino è una città che deve molto ai suoi libri. Caduta e rifiorita più volte, ha accolto ed esiliato artisti e creativi, per dimostrare che qui, in ogni caso, le idee contano. Ci sono stati Kafka e Nabokov, Miller e Mann, i cabarettisti di Isherwood e le favole dei Grimm, e tantissimi altri. Insomma, Berlino è una città intensamente letteraria, che fa fatica a contenere tutte le proprie storie. Ecco alcune esperienze uniche e fuori dagli itinerari classici per sfogliare Berlino come le pagine di un libro e che soltanto la capitale tedesca potrà regalarvi.
Una visita al Grimm-Zentrum
Tappa obbligata di qualsiasi tour letterario della città, la biblioteca dedicata ai fratelli Grimm è stata costruita per gli studenti della celebre università Humboldt ma è aperta al pubblico ed è un riferimento per i berlinesi in materia di libri. Se passate da Friedrichstrasse non potete non dare un’occhiata almeno all’edificio che è in sé una favola architettonica in legno, con un grande atrio dalle simmetrie perfette composto di libri e scaffali giganti. La biblioteca ospita anche la collezione privata di Jacob e Wilhelm Grimm, che proprio a Berlino trascorsero i loro ultimi anni di vita (a St. Matthwes, nella zona di Schöneberg, potete invece visitare la loro tomba).

Dove venivano bruciati i libri
Babelplatz è una di quelle ferite inguaribili della Storia. E’ qui che nel 1933, durante il regime Nazista, vennero dati alle fiamme oltre 20.000 libri, in un gesto dalla drammatica forza simbolica. Migliaia di volumi, collezioni private e testi pregiati della letteratura ebraica venivano accatastati e dati alle fiamme senza pietà. Bruciavano Marx, Einstein e Freud, e con loro la memoria di un popolo, in sottofondo i discorsi ampollosi di Joseph Goebbels. Oggi Babelplatz è un luogo sobrio e silenzioso, dove contemplare l’installazione dell’artista israeliano Micha Ullman (una finestra che si apre su una biblioteca sotterranea vuota) e leggere le parole di Heinrich Heine: “Dove vengono bruciati libri alla fine sarà bruciato un popolo”.

Case letterarie
Le case letterarie berlinesi sono oasi di quiete e fascino che faranno felici bibliofili e curiosi. Alcune, come la Literaturhaus, hanno caffetterie e giardini curati in cui rilassarsi ed ospitano regolarmente eventi letterari, dalla presentazione di autori locali a convegni internazionali. Sono luoghi del libro per eccellenza, a volte ricavati in spazi storici o case-museo. E’ il caso del Literaturforum im Brecht-Haus, l’ex residenza dello scrittore e drammaturgo Bertold Brecht ospita ancora i suoi manoscritti e la sua collezione personale di libri, qui inoltre si tengono eventi e dibattiti sulla funzione sociale dell’arte.

Il Tour di Isherwood
Tra i vari nomi noti della letteratura anglosassone che soggiornarono a Berlino durante la Repubblica di Weimar c’è Christopher Isherwood. Qui scrisse alcune delle sue migliori opere, in parte autobiografiche, raccolte sotto il titolo di The Berlin Stories. Isherwood Walking Tour è una bella passeggiata letteraria nella zona di Nollendorfplatz, oltre ai luoghi cari all’autore si può visitare l’appartamento che condivise con Jean Ross, la cantante di cabaret che ispirò il personaggio di Sally Bowles. Cercate il supermercato Speisekammer im Eldorado su Motzstrasse, è stato uno dei locali preferiti di Isherwood e una location ricorrente dei suoi libri.

Il Savoy di Miller
Nel dopoguerra di una Berlino distrutta dalle bombe, alcune zone della città come Ku’damm e Potzdamer Platz sopravvissero come rifugi bohemienne di artisti, scrittori e musicisti. Tra loro c’era anche Henry Miller, ospite noto dell’Hotel Savoy, un edificio sopravvissuto al tempo e ancora oggi in funzione. Se volete dare uno sguardo alla Berlino di Miller e Mann chiedete di visitare la suite Tropico del Cancro, ispirata nel nome proprio al suo autore. Il Waldorf Astoria, invece, ha di recente recuperato la sua fama leggendaria di ritrovo di artisti con la riapertura del Romanisches Café. Se foste passati da qui nel 1920 avreste potuto imbattervi in Bertold Brecht che sorseggiava un assenzio con Alfred Doblin, l’autore di Berlino Alexanderplatz.
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