Il Portogallo di Luigi

Ardesio, un piccolo comune della Val Seriana, in provincia di Bergamo, dista da Cascais, cittadina a mezz’ora da Lisbona, in Portogallo, esattamente 2.268 chilometri. Oggi vi raccontiamo la storia di un uomo che li ha percorsi tutti e ha deciso di non tornare più indietro. Si chiama Luigi, vive in Portogallo da più di dieci anni, e di mestiere dà il benvenuto ai nuovi arrivati.

“A ventitré anni mi sono laureato in Legge”, ricorda Luigi, “Ho però iniziato subito a lavorare nel turismo perché avevo la necessità di uscire dai confini di un paesino di tremila abitanti. Ero una persona chiusa, introversa e volevo vincere i miei problemi. Questo lavoro era una sfida alla mia debolezza. Non avrei mai pensato che un giorno sarei stato capace di prendere un microfono e accompagnare le persone a vedere posti nuovi”.

Saliamo sul bus dove al microfono c’è Luigi e partiamo per un tour immaginario che comprende i luoghi da lui preferiti, tra Alcobaça, Batalha, Coimbra e Porto.

“Questo che vedete alla mia destra è il Monastero di Alcobaça, all’interno si trova la tomba di Pietro I e di Inés Castro, sua amante nonché dama di compagnia della moglie. Fu uccisa su volere del padre dello stesso Pietro I, che reagì scatenando una guerra civile contro il genitore. Inés Castro fu incoronata regina solo dopo la morte. I due oggi riposano in una tomba definita tra le migliori sculture gotiche del Portogallo.

“Questo che vedete alla mia sinistra invece è il monastero di Batalha, costruito da Giovanni I, in onore di Santa Maria da Vitória per essere stata vicino all’esercito portoghese e avergli fatto vincere la battaglia di Alijubarrota. Ad aiutare l’esercito, oltre alla Santa, ci furono anche gli inglesi sbarcati nel giorno di Pasqua… Non c’è storia di questo paese senza l’oceano”.

Scesi dal bus il tour continua. Immaginiamo il microfono di Luigi sempre acceso, con il cavo che si srotola lungo le scalinate della Biblioteca Joanina a Coimbra, “Nonostante non avrete tempo di consultare i 250.000 volumi custoditi in questa biblioteca, rimarrete comunque a bocca aperta per lo sfarzoso stile barocco”.

Poi dal bus ci ritroviamo magicamente sopra un’imbarcazione, “Questo è il fiume Douro e lo stiamo attraversando diretti verso una delle più belle serate del nostro tour, nella città di Porto”. La prima volta che Luigi ha visitato il Portogallo era l’anno dell’Expo, il ’98, “Ricordo di aver sentito alla radio una pubblicità in cui il Governo consigliava ai cittadini di non indebitarsi per i regali di Natale. Dice molto anche dell’umanità di questo popolo. Qualche sera fa uno del nostro gruppo è uscito da solo, si è perso ed è stato riportato indietro da un portoghese. Un altro dei nostri è entrato in un bar e ha cominciato a chiacchierare con il barista, poi con la figlia del barista, poi gli hanno offerto dei dolci e alla fine anche lui non tornava più”.

Spesso chi visita per la prima volta il Portogallo gli dice che assomiglia all’Italia degli anni ’70, “A stare qui si diventa come chi vive su un’isola”, spiega lui, “I ritmi si rallentano, tutto si ridimensiona, è un posto a misura d’uomo”. Infatti, nonostante tutti i chilometri fatti per allontanarsi da un paese di poche anime nel bergamasco, fra i luoghi che Luigi preferisce del Portogallo c’è Alentejo, “Si chiama così perché è al di là del lago Tago. È un paese di querce da sughero, tori che pascolano nei campi ed ettari di silenzio. Il mio sogno, un giorno, sarebbe quello di trovarmi una casa proprio lì”. Nel frattempo che lui trovi casa proprio lì, potete incontrarlo in uno dei viaggi di gruppo in Portogallo.