Le donne arrivano lontano. Per questo, nel giorno della festa della donna, vogliamo raccontarvi il percorso di due viaggiatrici speciali. Una si chiama Freya Stark e nel 1931 è stata la prima esploratrice a visitare la fortezza di Alamut in Iran. L’altra si chiama Maria Teresa e alla voce lavoro, sul suo profilo Facebook, ha scritto: Viaggi nel tempo. E in effetti, negli ultimi anni, di viaggi con Boscolo ne ha fatti molti.
Abbiamo messo insieme alcuni passaggi di lettere scritte da Freya Stark ai suoi cari e alcune storie che ci ha raccontato Maria, creando così un dialogo immaginario fra loro due.
“Quando organizzo un viaggio parto prima di tutto con la fantasia. Mi figuro quello che vorrei vedere. Leggo il meno possibile sui posti che visiterò perché non voglio rovinarmi la sorpresa”.
“Mia carissima, questa mattina ho tirato fuori la mia mappa e la mia bussola, e mi sono seduta sotto un pino guardando al Libano e pensando a te”.

“Pensa che con mio marito, negli anni ’60, siamo arrivati ovunque con la nostra Cinquecento. Lui nel ’45, dopo la guerra e il liceo, ha girato l’Europa in bicicletta. Ha dormito in ostelli, monasteri e carceri, attraversando la desolazione e la ricostruzione”.
“Ora ci sono un sacco di macchine qui, ma solo per i passeggeri, e tutti i mezzi di trasporto si limitano a muli o ad asinelli, e se qualcuno ha patate, cavoli o arance da vendere, le mette semplicemente sulla sua bestia e va in giro gridando tra i villaggi”.

“Quando siamo arrivate in Iran c’era una commemorazione funebre di tre giorni. Tutta la gente si era riversata per le strade”.
“Sono innamorata della Città Incantata, una grande oasi attorniata da vulcani spenti del deserto. I ruscelli si precipitano in essa e si perdono verso est nella sabbia”.

“Il deserto è un deserto. Non c’è niente. Viaggio per conoscere i posti, ma anche le persone”.
“Il lago era poco profondo e c’erano stormi di bellissimi uccelli bianchi con ali sottili, flessuose; Shahir si è gettato in acqua fino alla cintola nella sua impazienza, dimenticando questo mondo e quello futuro”.

“Una guida di nome Virgilio mi ha accompagnato nella scoperta di Joyce. Lo leggeva ad alta voce a tutto il gruppo, e io gli dicevo – Ma com’è che questi passaggi quando li leggo io non li trovo?-. Lui mi ha risposto – Devi leggere ad alta voce, ascoltarti, così le immagini vengono fuori dalla pagina”.
“Sono andata in giro a far compere per tutta la mattinata: cibo, lanterne e altre cose utili”.
“Io ho girato per i giardini di Isfahan e ho fotografato coppie, una donna seduta su una panchina, una famiglia che faceva un pic-nic, un gruppo di donne stese su un prato, una di queste è rimasta impressa nello scatto mentre manda un bacio all’obbiettivo, così è come se quel bacio dall’Iran ci sarà per sempre”.
“Carissima, ci sembra quasi di vivere un’avventura senza fine”.
Un’avventura senza fine, e che comincia per tutti quelli che decidono di partire con uno dei Viaggi di gruppo in Iran di Boscolo.