“Cola! Cola! Vieni a terra, che fai? Non sei mica un pesce?”. Comincia così la leggenda di Colapesce, un ragazzino che, a dispetto di ciò che diceva la madre, un pesce poi lo diventò. Tuffandosi nel mare della Sicilia vide il mondo che c’era sott’acqua, fatto di valli, montagne, caverne e pesci d’ogni tipo. Tornando a galla, con i suoi racconti, riemergevano anche le storie dei fondali, fino a quando scoprì che una delle tre colonne su cui reggeva l’isola era pericolante. Da allora non risalì più. È ancora lì a sorreggere la terra di cui Goethe ha scritto, “È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra”.
“La leggenda di Colapesce me la raccontava mia madre quand’ero piccolo”, racconta Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, cantautore, originario di Solarino, in provincia di Siracusa. Il suo primo disco, Un meraviglioso declino, ha vinto la Targa Tenco 2012 per il miglior esordio. E dopo il secondo album, Egomostro, ha pubblicato un libro a fumetti, disegnato da Alessandro Baronciani e ambientato in Sicilia, La distanza (bao publishing). Nelle prime pagine si legge, “Un viaggio in Sicilia, come Goethe, ma più ignorante”.

“Per lavorare al libro sono tornato in Sicilia da turista. Siamo partiti io e Alessandro (ndr. il fumettista) perché volevo fargli scoprire i luoghi in cui avremmo ambientato la storia. Ha scattato foto di ogni posto, in modo poi da averle come base per le illustrazioni”. Fra le tappe del viaggio: Siracusa, Catania, Enna, Castelbuono e Palermo. In questo girovagare, il libro racconta un’estate di distanza, tra Nicola, un ragazzo di Siracusa, e la sua forse ormai ex ragazza, partita per l’Inghilterra. In quei giorni Nicola conosce due turiste e così, tra negozi di dischi, cartocciate catanesi, i tipici rustici ripieni di pomodoro e mozzarelle e il viaggio per andare a un festival musicale, tra lui e una delle due turiste le distanze si accorciano.

“Si chiama Pantalica”, dice il protagonista portando le ragazze in una spiaggia segreta, “è una riserva naturale con delle cascate e laghetti di acqua dolce in mezzo a boschi di fichi selvatici e carrubi… e qui finiscono le mie conoscenze di botanica”.

Colapesce invece ha trascorso l’infanzia sulla costa di Ognina, a pochi chilometri da Siracusa. Vien da pensare che abbia imparato prima a nuotare che a camminare. Anche se poi ha camminato e corso tanto, anche fra i banchi dell’Antico Mercato di Ortigia. Una seconda casa per lui, visto che suo nonno aveva un banco, oggi gestito dagli zii. Quando gli si chiede da quanto tempo si è trasferito a Milano, risponde che in realtà non si è mai del tutto trasferito. Anche se a Milano ha una casa, un posto dove stare, la Sicilia sembra essere una terra dalle radici così forte, che si continua ad abitarla anche da lontano, a distanza.

“Mangio pesce azzurro come i tuoi occhi, guardo il cielo, come l’acqua dopo la tonnara”, sono i versi di Talassa, una sua canzone. Il testo però non l’ha scritto lui. Sono tutte frasi prese da una serie d’interviste a pescatori, tratte dal documentario “Uomini e mare” di Gianluca Agati, dedicato alla pesca tradizionale in Sicilia. Le voci dei pescatori diventano un’unica voce: “Andavamo a piedi nudi per le strade, dei fachiri scalzi in rotta verso il mare”.

Come la leggenda da cui ha preso il nome, anche Colapesce in qualche modo si è immerso nei fondali della sua terra per far riemergere storie sotterranee. Origine, si chiama così l’etichetta discografica che ha creato appositamente per produrre il disco di un cantore popolare, Alfio, tra i più grandi interpreti in Europa della tamorra, uno strumento a percussione. Il disco s’intitola, Antico. Vita pastorale, arcaica, messa in musica. E forse per conoscere la Sicilia più autentica sono queste le note da seguire.
Tra le rovine della Valle dei Templi e le rovine fenicie di Mozia. Tra i palazzi barocchi di Noto e il sontuoso castello di Donnafugata. Tra le vie che depistano dal centro, che s’immergono alla ricerca di ciò che c’è sotto. Come il viaggio di Boscolo nella Sicilia Autentica, un viaggio per accorciare la distanza con la bellezza e con la storia.
