Morbido, profumato, denso, in mille varianti e con nomi che hanno fatto la storia del settore: Godiva, Leonidas, Neuhaus, Jean Galler, Daskalidès, Bruyerre, Corné Port-Royal… il cioccolato belga è giustamente riconosciuto dai golosi come uno dei più buoni del mondo, anche in virtù di una tradizione artigianale che ha le sue radici nella storia di qualche secolo fa e che ha saputo unirsi alla continua ricerca delle modalità di produzione più innovative, sempre con un’accurata selezione degli ingredienti principali. In Belgio, per capirci, sono stati ideati la pralina, un classico assoluto di qualsiasi pasticceria che si rispetti, e il cioccolato spalmabile, che ancora oggi è il protagonista di merende e spuntini a cui è difficile rinunciare. Un tour del cioccolato (e delle cioccolaterie) in Belgio è uno dei modi migliori per apprezzare questa delizia in tutte le sue declinazioni e approfondire il legame particolare che con questa nazione, senza limitarsi ad approfondire le modalità di produzione ma degustando e sperimentando in prima persona i prodotti delle botteghe più rinomate.
Il cioccolato a Bruxelles
Un itinerario di questo tipo non può che iniziare nella capitale. La dragèe o pralina – insieme alla tipica scatola, il ballotin – sono nati qui, per opera di Jean Neuhaus jr. e di sua moglie. E qui, naturalmente, hanno almeno un negozio – se non il flagship store – i marchi più celebri anche all’estero, come Godiva e Neuhaus, Wittamer e Galler, oppure Mary, famosa anche per le sue elegantissime scatole. A Bruxelles, un museo tutto particolare è il Belgian Chocolate Village: 900 metri quadrati dedicati a questa meravigliosa sostanza – uno dei più grandi del suo genere in Europa – ospitati nella vecchia fabbrica Victoria di cioccolato e biscotti. Uscirete sapendo tutto, ma proprio tutto, riguardo al cioccolato e alla sua cultura (dentro il museo c’è perfino una serra con vere piante di cacao) ed è possibile perfino improvvisarsi maître chocolatier e cimentarsi nella creazione di cioccolatini su misura. Tutto da provare anche il Museo del Cacao e del Cioccolato, sempre nella capitale, che offre una panoramica storica molto accurata e tutte le informazioni relative al magico processo che trasforma le fave di cacao in deliziose tavolette. Da qualche anno a Bruxelles si tiene anche il più importante evento internazionale dedicato al cioccolato, il Salon du Chocolat: oltre a tanti eventi con decine di espositori e i migliori maître chocolatier di tutto il Belgio, impegnati in dimostrazioni ed esecuzioni di ricette, spazio anche a conferenze e (soprattutto) a degustazioni. Uno degli eventi clou, a dimostrare la grande versatilità di questo ingrediente, è la sfilata di abiti realizzati tutti in cioccolato in forme incredibili.

Il cioccolato ad Anversa
Possono sembrare un po’ inquietanti – un po’ come una reliquia di qualche santo – ma sono sicuramente buonissime: si tratta delle Antwerpse Handjes, le “mani di Anversa”, i tipici cioccolatini della città. Secondo la leggenda, il gigante Druoon Antigoon pretendeva un’alta tassa per chi voleva transitare sul fiume Schelda, e a chi si rifiutava veniva tagliata la mano. Silvio Brabone, il soldato romano, uccise il gigante, tagliandogli a sua volta le mani e gettandole nel fiume. Gli indirizzi migliori? The Chocolate Line di Dominique Persoone (tra i consiglieri di uno dei più noti “cuochi molecolari” al mondo, Heston Blumenthal) propone deliziose stravaganze come il rossetto al cioccolato e la crema per massaggi al cioccolato, ma soprattutto l’assolutamente bizzarro “chocolate shooter”, una sorta di piccola catapulta che “spara” polvere di cioccolato direttamente nel naso. Per quanto bizzarro possa sembrare, pare che l’esperienza sia notevolissima. In più ad Anversa in primavera si tiene la Settimana del Cioccolato, che come il Salon du Chocolat permette di gustare le creazioni dei migliori artigiani del mondo… senza curarsi troppo, certo, della glicemia.

Il cioccolato a Bruges
Anche Bruges ha il suo Museo del Cioccolato, ricavato da un’ex taverna del XV secolo, poi diventata panetteria e falegnameria. La storia del cioccolato belga è tutta da scoprire, e il Choco-Story la spiega con cura, a partire da quando Hernàn Cortés per la prima volta importò il cacao in Europa, permettendo ai primi cioccolatieri di introdurre la produzione di una bevanda, piuttosto diversa dalle cioccolate di oggi. Dalla “pozione” mistica di Maya e Aztechi fino alle infinite varietà disponibili nei coloratissimi negozi di tutto il mondo la strada è stata lunga, e il Belgio ha giocato un ruolo fondamentale: i suoi prodotti sono così buoni perché hanno un contenuto di cacao particolarmente elevato, viene usato burro di cacao al 100%, si selezionano solo fave di cacao di alta qualità e la creatività, beh, è sempre di casa.

La storia del cioccolato belga
Ma perché proprio il Belgio è divenuto uno dei luoghi più celebri per la produzione di cioccolato? Uno dei motivi sicuramente è legato all’importazione di cacao da un’enorme ex colonia del piccolo paese europeo, il Congo. Ma la storia inizia da molto prima, cioè da quanto nel 1635, a Gent, si registrano i primi segni di acquisto di cioccolato, usato come tonificante dai farmacisti. A metà del diciannovesimo secolo fu Berwaerts che cominciò a produrre barrette, pasticche e statuine di cioccolato, e proprio in questo periodo si cominciarono ad affermare i grandi marchi, come Neuhaus, Côte d’Or, Jacques, Callebaut.
In Belgio, la media del consumo di cioccolata pro-capite arriva alla ragguardevole cifra di 6 chili all’anno, e al porto di Anversa arrivano 187.000 tonnellate di fave di cacao pronte per essere trattate. Sono più di trecento i cioccolatieri nel Paese, per un fatturato complessivo dell’industria del cioccolato belga di 4 miliardi di euro. L’8,5% dei dipendenti impiegati nel settore del cibo si dedicano al cioccolato (un totale di 6.200 persone), e l’11,2% delle esportazioni culinarie sono costituite da praline, barrette, creme spalmabili e altre delizie.
Oggi il Belgio è un grande esportatore di cioccolato – due terzi di quello che viene prodotto, cioè 450.000 tonnellate su 660.000, è destinato ai mercati esteri – e ospita autentiche eccellenze non sono come qualità ma anche come dimensione: la più grande fabbrica di cioccolato del mondo, infatti, è la Barry Callebaut di Wieze, in grado di produrre 270.000 tonnellate di chicchi di cioccolato ogni anno, rendendo l’azienda la più grande fornitrice di cioccolato al mondo. Numeri (e gusto) da far davvero invidia a Willy Wonka e alle sue barrette.
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