Casablanca
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Tutti i colori del Marocco: il Bianco

Ispirazioni

Viaggiare in Marocco significa entrare in un mosaico di mille colori, un universo pieno di ricchezze da cui lasciarsi incantare. Con lo speciale “Tutti i colori del Marocco” ti portiamo alla scoperta delle sfumature che rendono questo paese così unico, in un viaggio tra i suoi paesaggi, le sue città, le sue tradizioni.

Insieme al verde, il bianco è uno dei colori predominanti nella natura, nelle città e nella cultura del Marocco. Dalle case andaluse della costa del Nord ai palazzi di Casablanca, fino alle cime innevate dei monti dell’Atlante, ambienti e paesaggi di ogni tipo sono colorati di bianco.

Come in altre culture, anche in quella marocchina il bianco è tradizionalmente associato alla purezza e all’illuminazione interiore, ed ha infatti una grande importanza simbolica nell’Islam: gli uomini lo indossano per la preghiera del venerdì e si ritrova spesso nelle decorazioni di edifici sacri. Secondo la tradizione, persino il profeta Maometto portava vesti bianche, essendo questo il colore del paradiso.

In ogni angolo del Marocco è facile rimanere affascinati dal candore luminoso del bianco: tanti sono i luoghi conosciuti e nascosti che lo rendono così speciale.

I monti innevati del Rif e dell’Atlante

Difficilmente la prima attività sulla lista di chi programma un viaggio in Marocco è lo sci: eppure le alte catene montuose che attraversano il territorio del Paese sono un paradiso per chi pratica sport invernali. A partire da Ifrane, località sciistica in stile europeo detta la Piccola Svizzera, fino ai 2650 m di altitudine di Oukaïmeden, le opportunità per sfruttare le abbondanti nevicate e i gelidi inverni di montagna non mancano. Le catene del Rif, dell’Alto, del Medio e dell’Anti Atlante offrono viste mozzafiato punteggiate di rigogliose foreste e abitate da animali esotici, con diverse cime che superano i 4000 m di altezza.

marocco montagna

Casablanca e la Moschea di Hassan II

Come è facile intuire, il nome stesso della città di Casablanca, la più grande del Marocco e seconda metropoli del mondo arabo, significa la casa bianca. Furono i portoghesi a fondarla nel XVI secolo su un insediamento berbero, con il nome di Casa Branca, dovuto al colore degli edifici che circondavano l’antica fortezza. Non è un caso quindi che il monumento più iconico della città, l’imponente Moschea di Hassan II, sia dominato dalle tinte bianche, a partire dal minareto che domina lo skyline della città, il più alto del mondo, fino all’enorme cortile antistante che può ospitare fino a 80.000 persone.

Casablanca

Tangeri, la città bianca

Basta una prima occhiata al panorama di Tangeri per capire perché la chiamino la città bianca. Porto di mare e crocevia di culture, a cavallo tra l’Atlantico e il Mediterraneo e punto d’incontro tra Africa ed Europa, Tangeri si fa subito notare per le tinte bianche tipiche dell’architettura arabo-andalusa. Chi si vorrà avventurare per le strade della ville nouvelle o della labirintica medina, potrà rivivere la storia unica e intrigante di una città che è stata per anni ritrovo di spie, artisti, bohémiens e giramondo di vario genere. Una destinazione poco battuta ma tutta da scoprire, così come i vicini villaggi e la costa del Nord.

Tangeri

Il Gelsomino

Colori, sapori e profumi si fondono in un’esperienza sensoriale unica quando si visita il Marocco. Dai fiori bianchi del gelsomino viene estratto un profumo dalle peculiari caratteristiche olfattive, che nella tradizione araba è associato all’amore e alla sensualità. Il gelsomino è originario della Persia, ed è proprio dalla parola persiana ya-samn, ovvero fiore bianco, che deriva il suo nome. La produzione del profumo segue un rituale molto particolare, in cui i fiori vengono raccolti a mano prima dell’alba, mentre l’estrazione ne richiede grandi quantità: per ottenere 1 litro di essenza pura servono 750 kg di fiori.

Gelsomino

Lo stucco bianco di moschee e madrase

L’arte figurativa nella tradizione islamica è da sempre bandita: figure umane e animali non possono essere rappresentate. Per questo l’arte sviluppata nel mondo arabo nel corso dei secoli si esprime soprattutto in decorazioni astratte, abbellimenti floreali e calligrafici che ornano gli edifici sacri. Gli stucchi bianchi intagliati che in Marocco adornano le pareti di moschee, palazzi e scuole coraniche (le madrase) sono un esempio lampante dell’incontro tra questa tradizione e stile andaluso. Introdotta dagli Almoravidi nell’XI secolo, la massima espressione di questa arte si può ammirare oggi nelle Tombe Saadiane di Marrakech.

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Marocco bianco
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